Artisti partecipanti:

Schede biografiche

 

Roberto Rossini (italia)

Puccio Chiesa (italia)

Roberto Moroni (italia)

József Bíró (ungheria)

Michela Depetris (italia)

Maurizio De Rosa (italia)

Serge Pey (francia)

Pierre Guéry (francia)

Gaétan Saint-Rémy (belgio)

Jolanta A. Lapiak (polonia)

Kineret Haya Max (israele)

Chiara Mulas (italia)

Damien Rouchaud (belgio)

Sara Davidovics (italia)

Patrick Dubost (francia)

Margarita Margini (francia)

Beni Kori (israele)

 

 

 

 

In collaborazione con:

Alleanza Fondazione Scrittori Ungheria.

Cave Poesie-Università di Toulouse-Le Mirail Francia.

Momo Edizioni Frosinone Italia.

ZAZ Festival Performance Art Platform Israele.

Harta Design Genova, Italia.

Ambasciata d’Israele Roma, Italia.

Sep Stigo Films Bruxelles, Belgio.

Semiolabile Cinematografica Castelleone, Italia.

Ministry of Foreign Affaire Israele.

NSCAD University Halifax, Nova Scotia, Canada.

 

La Performance arte del tempo e dello spazio

Con la collaborazione di

 

Comune di Monza

Assessorato alla Cultura

 

Con il patrocinio di

 

Provincia di Monza e Brianza

 

Regione Lombardia

Culture, Identità e Autonomie della Lombardia

 

Commissione Europea

Rappresentanza di Milano 

 

 

 




Artisti internazionali che si cimentano in multiformi

linguaggi espressivi, momenti di riflessione e confronto

delle nuove arti in corso: questi sono gli elementi

che fanno di Art Action uno dei più interessanti

eventi nel panorama della ricerca artistica

internazionale.

La città di Monza, nell’ospitare la manifestazione,

si propone quale centro propulsore di interscambi

culturali, qualificato scenario sul quale prendono

forma le suggestioni che nascono dalla confluenza

di generi artistici che superano differenze geografiche

e linguistiche.

 

Alfonso Di Lio

Assessore alla Cultura

Si ringrazia

 

l’Assessore alla Cultura del Comune di Monza

Alfonso Di Lio

 

Dirigente Settore Cultura Comune di Monza

Laura Brambilla

 

Responsabile servizio attività e beni culturali Comune di Monza

Elda Paleari

 

Assessore Beni culturali - Cultura - Formazione Professionale Provincia di  Monza e della Brianza

Enrico Elli 

 

Direttore Settore Cultura, Beni Culturali e Università

Sergio Conti

 

Responsabile promozione Attività culturali per Monza e Brianza

Gianpiero Bocca

 


 

Web-site Andrea Cocco - Progetto grafico Paola Grassi/Harta Design

Project original drawing Nicola Frangione - Assistenza Tecnica Audio Luci Massimo Arrigoni

Riprese Video Maria Rosaria Marra - Riprese Fotografiche Michela Montrasio

Direzione artistica Nicola Frangione, Giovanni Fontana, Roberto Rossini

Segreteria Angela Solimena - Traduzioni Erika Mosca, Barbara Ceruti

Fotolito e Stampa Poligrafica srl Dalmine

Comitato Esecutivo 

Associazione Culturale Harta Performing
Via Ortigara 17
20052 Monza Italy
fax 039-2000033

cell. 3407616823
e-mail: frangionenicola2@gmail.com
web-site: www.hartaperformingmonza.it

web-site: www.nicolafrangione.it




















 

 

Roberto Rossini (italia)

 

 

Dalla metà degli anni ‘70 è uno dei protagonisti della scena

italiana della performance.

Ha partecipato a rassegne internazionali, con eventi ambientati spesso in spazi atipici o defunzionalizzati.

Ha realizzato lavori di videoarte, legati ai processi dell’inconscio.

Ha approfondito le radici antropologiche della ricerca performativa attraverso la conoscenza diretta delle culture e delle arti tradizionali.

Ha tenuto workshop e conferenze sulla performance e sulla comunicazione multimediale.

È docente all’Istituto per le Arti Tradizionali al Museo delle Culture del Mondo di Genova ed è tra i promotori di Albedo, associazione culturale per l’immaginazione attiva.

 

Presenta il libro:

LA PERFORMANCE

tra arte, mito, rito e gioco

edizioni Utopia production

2012

 

 

Lo scopo di questa ricerca è quello di analizzare la scena delle arti d’azione - genericamente definite performance - ricercandone la funzione antropologica, indagando le reciproche influenze con le avanguardie artistico-visive, il teatro sperimentale e le scienze psico-sociali.

 

Il libro vuole offrire occasioni di confronto in merito al significato e alle tecniche di progettazione dell’opera vivente, raccogliendo una serie di testimonianze significative - sia quelle dei protagonisti della storia della performance, che quelle più prossime - affiancandole alle voci del ‘sapere’, attraverso quei testi che sono diventati le prime riflessioni sulla action art contemporanea.

 

Il risultato è una approfondita analisi, non solo teorica, frutto di alcuni anni dedicati dall’autore alla pratica, alla teoria e alla nomadica dell’arte delle arti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Puccio Chiesa (italia)


 

Nato a Crema nel 1976, ha pubblicato le raccolte di poesia Vertigini (Libroitaliano, 1998) e Sopra le righe (Maremmi Editori, 2006), il romanzo poetico Sonnambuli (Il Foglio letterario, 2009) e il racconto Honda Dodò, caffè e ammazzacaffè (Fara Editore, 2010).

Nel 2003 fonda con Roberto Moroni la Semiolabile cinematografica, realizzando video che coniugano il linguaggio poetico a quello delle arti visive e della cinematografia sperimentale.

Ha partecipato a diversi festival in Italia e all’estero.

Ha vinto l’edizione 2009 del concorso nazionale di videopoesia “La parola immaginata” con l’opera “tempo sepolto”.

Tutte le videopoesie sono catalogate e visibili presso il centro di documentazione per le arti visive Careof di Milano.

 

Presenta La Performance di Poesia:

Infinito precipite

Puccio Chiesa, con la collaborazione di Roberto Moroni per la Performance tra poesia e video-arte, dove la parola prende forma, dove l’immagine diventa ascolto, attesa, ricerca di un altrove che si nega, che si fa “effimero”.

 

Sito web: http://www.myspace.com/semiolabilecinematografic

 

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Poeta/scrittore/artista visivo e performer.

È nato il 19 Maggio 1951 a Budapest, poeta e scrittore dal 1975.

Membro delle Associazioni organizzative pubbliche: Alleanza Ungherese degli scrittori, Fondazione Arte della Repubblica Ungherese, Belletrist Associazion, etc.

Opere pubblicate: 12 volumi di poesie, 18 libri di opere in un progress creativo.

Ha realizzato 9 mostre personali, e ha partecipato a più di 700 mostre collettive in giro per il mondo.

Ha eseguito più di 90 singole Performance (live) e spettacoli in diversi festival internazionali.

Ha ricevuto vari riconoscimenti e premi:“Omoroka Prize” nel 1990 a Nové Zàmky, Slovakia, “Fourth Biennale Internacional de Poesia Visual” nel 1995 a Mexico City, Mexico.

“Man of the Year” nel 1998 in USA.

 

Presenta La Performance:

Hungary continuous opposition

 

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E’ nata il 22 Febbraio 1984, diplomata all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, studia danza contemporanea.

Ha frequentato la Facultad de Bellas Artes de Valencia studiando con Bartolomè Ferrando.

Lavora con la performance dal 2008.

Nel settembre del 2009 si trasferisce a Madrid e frequenta il Master of Performing Arts Practices and Visual Culture del Museo Reina Sofia.

Lì inizia una serie di collaborazioni con altri artisti e pensatori, tra i quali Estefania Garcia, Catarina Saraiva, Maria Folguera, Francis O’Shaughnessy e Manuel Bellisco.

Attualmente vive e lavora tra Torino e Madrid.

 

Presenta la Performance:

Ephemeral Action Without Title #3

E’ parte di una serie di azioni.

L’intimità nell’atto performativo si rivela come il luogo che accoglie le trasformazioni, le identità si interrogano si reinventano e l’inerzia delle cose evapora con un altro uso.

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Nato a Monza nel 1964, inizia la sua formazione all’Istituto Statale d’Arte di Monza, lavora come arredatore, prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) dove si diploma in decorazione.

Nel 1988 partecipa ad un laboratorio di sperimentazione dei materiali condotto da Bruno Munari.

Con questo metodo inizia una collaborazione presso «Il giardino del futuro» di Graziella Liebermann.

Continua come assistente del prof. Roberto Pittarello e i laboratori di Munari per la realizzazione di videocassette della collana “Arte come gioco”, a cura di Munari.

Nel 1991 vince il 1° premio per la decorazione al Concorso “Il mondo di Oliver» per Valentino.

Nel 1994 con la Società Umanitaria di Milano per la conduzione di laboratori in occasione della mostra di B. Munari: «Adulti e Bambini in zone inesplorate».

Nel 1996, con altri artisti apre a Milano l’associazione «Il calesse volante», e nel 2008 «La casetta di via Cirillo», un laboratorio stabile, che oltre a proporre laboratori didattici, favorisce l’incontro con artisti e artigiani.

 

Presenta una Performance-installazione:

Caccia alla Volpe -Fox-Hunting

Una istallazione e performance di LudArt, un evento singolare, un incontro attivo, creato da Maurizio De Rosa, tra la sua opera d’arte e il coinvolgimento del pubblico.

 

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Serge Pey (francia)

 

Serge Pey nato nel 1950 a Toulouse è uno fra gli artisti più determinanti della performance e della poesia d’azione contemporanea.

La sua pratica della poesia diretta l’ha condotto ad approfondire i fenomeni di possessione e depossessione nella pratica orale del poema.

E’ autore di libri di poesia, di filosofia e di critica.

La sua opera è stata tradotta e prodotta in diverse lingue.

Ha pubblicato una cinquantina di libri e di dischi, in particolare i concerti con il poeta fondatore della Beat Generation, Allen Ginsberg.

Fondatore e iniziatore del movimento delle Marce internazionali della poesia, poeta degli spazi scenici e orali, insegna poesia d’azione e “filosofia

diretta” all’Università di Toulouse-Le Mirail.

 

Presenta La Performance:

Teoria dell’elastico

 

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Pierre Guèry (francia)

 

 



Nato nel 1965 a Marsiglia, ha studiato Musica e Danza Moderna,ha conseguito il dottorato in Letteratura e Fonetica.

Guéry è un poeta performer per il quale le varie vocalità, le diverse posizioni e articolazioni poetiche possono servire nell’Action Poetry.

La Follia, la malattia e il lutto sono i soggetti che definiscono la sua poesia sonora.

La sua performance utilizza l’intera possibilità della voce, dal sussurrare a urlare, dalla recitazione declamatoria al suono inarticolato.

Dal 2006 è stato un membro della Troupe Poétique Nomade prendendo parte a eventi dell’area poetica in Barjols.

Nel 2009, insieme a Keyvan Sayar ha tradotto le “Poesie di Guantanamo” in francese, e ha tradotto il lavoro di importanti artisti e poeti Beat americani come Anne Waldmann e Lawrence Ferlinghetti.

Con readings e performances ha partecipato a Differenti Festival e manifestazioni poetiche.

 

Presenta La Performance:

Alien-Nation, mécanique de parole pour la scène

«L’ho scritto molto rapidamente nel 2006, dopo avere “visitato” un ospedale psichiatrico a Constantine, in Algeria.

All’origine c’è soprattutto un ritmo, quello della parola chiusa, rumorosa, che la società si ostina a rendere silenziosa.»

 

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Jolanta A. Lapiak (polonia)

 

È un’artista “Ameslan” (American Sign Language), narratrice di poetiche dei segni.

Ha conseguito la laurea presso la Gallaudet University di Washington, DC e un BFA, lode in Media Arts e Digital Technologies da Alberta College of Art and Design a Calgary 2005.

Master in Belle Arti e Media presso NSCAD University di Halifax 2007.

Lapiak è artista in linguaggi dei segni.

Ha vissuto in Canada, Stati Uniti, Europa.

Le opere di Lapiak si sviluppano attraverso video, performance, poesia visiva, narrazioni poetiche, pittura, arte digitale e testo.

Le sue opere attraversano phonocentriche tradizioni della testualità e della poesia.

Il suo lavoro esplora elementi artistici e letterari in ASL, grammatology (arte/scienza della scrittura) e diversi modi di scrittura, attraverso una miscela unica di vocabolario cinematografico, coreografia linguistica, calligrafia verbale, poesia e narrazione, utilizzando tecniche ASL.

Le sue opere sono anche ispirate dall’arte calligrafica giapponese.

 

Presenta La Performance in videopoetry:

Deconstruct W.O.R.D.

La sua poetica gioca con il concetto di “Derrida” della poesia, il linguaggio e la scrittura in aria.

La poesia decostruisce il concetto di parola nel suo complesso, così come “W” per la scrittura, “O” per via orale, “R” per la lettura, e “D” per la decostruzione.



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Kineret Haya Max (israele)

 

Nata in Israele nel 1981.

Artista di Performance Art.

Laureata alla School of Visual Theatre di Gerusalemme, in Istruzione artistica e diplomata alla Introduzione della Performance Art, diretta da Tamar Raban in Platform (PAP) di Tel-Aviv.

Lavora e performing con “Ensemble 209”, fa parte del “festival ZAZ” artist group PAP.

Premiata da Arena e la School of Visual Theatre con borsa di studio (2009), e dall’America-Israel Cultural Foundation con borse di studio (2006-9).

Ha partecipato con sue performance a vari festival in Israele.

“Days Of Performance in Lviv” Ucraina.

“TAMA-8” Filippine.

Insegna arte e performance nella scuola media.

 

Presenta una Performance-installazione:

Non a caso

Raccolta di impressioni che continuano e vengono scritti in ogni singolo momento.

Il momento in cui sperimento la mia performance, è primario, essenziale.

Quello che ho pensato, che sapevo, ha conosciuto l’azione, ed è solo una opzione.

Proprio di recente ho scoperto che la mia torta preferita, Tiramisu, ha un fondamentale significato - “pick me up”.


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Chiara Mulas (italia)



Nata nel 1972 a Gavoi (Sardegna) Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Attraverso differenti mezzi espressivi quali il video, la fotografia, il disegno, l’installazione, la performance.

Mette in scena i luoghi e i miti della sua geografia natale inventando un suo personale rapporto con l’arte contemporanea.

La sua ricerca artistica la conduce all’etnopoesia, ad esplorare i rituali nel mondo con una particolare attenzione a quelli praticati in Sardegna.

Inventa un nuovo rapporto al corpo e alla sua rappresentazione e diviene soggetto-oggetto nelle sue performances e nei suoi video, tra i quali, “S’Accabbadora” che tratta il tema dell’eutanasia rituale in Sardegna, “Pentuma” sul geronticidio rituale, “Barbagia.

Rituale per la sepoltura di una faida.

Al confine fra cinema verità e fiction.

I video di Chiara Mulas nascono a partire da una dimensione onirica fatta di miti ancestrali rivisitati nella pratica contemporanea, Con uno sguardo sempre rivolto a tematiche di denuncia sociale.

E’ stata ospite di numerosi Festival in Francia, Quebec, Libano, Marocco, Giappone, Cina, Serbia.

 

Presenta La Performance:

Ruviu


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Sara Davidovics (italia)

 



È nata nel 1981 a Roma.

È poeta, performer e artista intermediale.

Dal 2003 conduce ricerche tra arte visuale, voce, scrittura e performance.

Nel 2006 ha fondato con Lorenzo Durante il gruppo di sperimentazione verbo-sonoro Lab Ensemble DUALE.

Ha diretto con Ivan Schiavone la collana di materiali verbali EX[T]RATIONE per le Ed. Polìmata di Roma.

Nel 2010 ha vinto la 3a Edizione del Premio di Letteratura On-Line “Le Reti di Dedalus” (Reprò; S.N.S.; S.I.A.E.).

È autrice di scritture visuali e fonetiche, video-poesia e libri oggetto.

Ha partecipato a numerosi Festival e rassegne di poesia e arte.

Tra le sue pubblicazioni: Corrente (Zona, 2006); D’Acque (Galleria Emilio Mazzoli, 2007); Pendici, (Ogopogo, 2007); Corticale (Editrice Onyx, 2010).

 

Presenta La Performance:

Ictus

(live performance e video)

La pelle è il rivestimento, è l’ultima frontiera.

In questa pelle io vivo.

In questa e in nessun altra.

La pelle del pesce.

La pelle è tessuto e tessitura.

Parola-rituale.

Scrittura-traccia.

Testimonianza.

Pesce (ictus) è animale che beve di continuo.

Io (ich) è radice.

Io è altro.

 

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Patrick Dubost (francia)




 

Mentre studiava matematica e musicologia, Patrick Dubost si è molto presto appassionato alla poesia.

Autore di una ventina di libri, sviluppando la sua ricerca sulla “lettura / performance”, suggerendo i suoi testi attraverso la sua voce, i suoi gesti, la sua energia, e l’esplorazione delle varie possibilità tecniche di lavorare sul suono nel suo studio.

Ogni poesia (tra due e dodici minuti) si basa su un dispositivo sonoro, visuale e sulla poetica autonoma.

Ha partecipato a molti Festival Internazionali di Poesia tra cui: in Francia a Sète, Calais, Montpellier, Lione, Belfort, Digione, a Tirana (Albania), Quebec (Rencontres Internationales d’Art Performance),Genova (Poesia Festival), Beirut, Londra, Zagabria, Montreal, Atene.

Tra i più interessanti poeti della drammaturgia della voce Francese.

 

Presenta La Performance di poesia sonora:

Al crocevia di lingue

con la collaborazione di Margarita Margini.

Sito web: http://www.patrick.dubost.free.fr

 

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Beni Kori (israele)


 

Nato nel 1963 in Turchia, vive e lavora in Israele.

Nel 1991 si è laureato con lode al Bezalel Academy of Art di Gerusalemme.

Nel 2000 studia Performance Art a Platform (PAP), guidato da Tamar Raban.

Dal 1991 ha esposto in mostre e ha fatto spettacoli in biennali e festival: Festival ZAZ a Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa; C.R.A.N.E. a Parigi e Borgogna; Castle of imagination in Polonia, a Ustka, Slupsk, Torun; Dialog Festival a Lodz, Galata-Perform a Istanbul, Springtides Festival a Salzau- Germania, Deformes Biennale di Santiago del Cile e Valdivia, Responce Festival in Felixstowe, Regno Unito, Days of Performance Art a Lviv, Ukraina.

Dal 1995 Insegna comunicazione visuale e Performance Art a Tel Aviv.

 

Presenta una Performance-installazione:

Monumental Oblivion

“Uso la bassa-tecnologia come una forma di guarigione dalla cultura consumistica nella quale vivo.

Questa forma di esprimersi è il mio modo di lottare contro l’avidità nella mia vita - questo è “La Performance scollegata”.

Il suono che verrà riprodotto è quello che io creerò nello spazio performativo, non userò illuminazione drammatica, non voglio essere l’artista schiavo che deve dimostrare nuove tecnologie.

La mia estetica osserva la vita nel tempo e nel luogo dove io sono.”

 

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OLTRE L'OPERA PLURALE

 

La Performance Art e l’Action Poetry si inseriscono a pieno titolo tra gli eventi più significativi nel panorama della ricerca artistica internazionale, favorendo l’interscambio culturale e ponendo l’attenzione sul concetto di nomadismo come elemento fondamentale nel lavoro dell’artista, che si sposta da un territorio linguistico ad un altro e offre occasioni di riflessione sul significato e sulle tecniche di progettazione dell’opera plurale.

“Se nel tempo non fossimo del tutto altro potremmo di nuovo ma nel tempo non essendo nuovi potremmo essere del tutto altro”

La nuova Azione Poetica deve attraversare figure di valenza interdisciplinare e sconfinare nella tensione del tempo totale.

Il performer-poeta sprigiona un’immensa energia, è magma che travolge, è fiume che scorre.

È interlocutore inarrestabile che riesce ad aprire con entusiasmo finestre su nuovi e antichi mondi.

La performatività poetica accoglie sinergie diversificate.

Il corpo diventa materia espressiva.

Nella performance art il corpo-unico non teatrale esplode in una nuova drammaturgia, dove il baricentro dello spazio-tempo lo riconduce di volta in volta in ambiti differenziati: arte visiva in movimento, installazione ambientale, poesia del corpo-vivente.

La Performance Art oggi, così come l’Action Poetry, non si può definire con un unico frangente di analisi, perché il giudizio estetico coinvolge numerosi settori disciplinari; ma uno degli elementi di primo piano è sempre dato dall’espressività del corpo, dalla sua gestualità e da tutto il complesso delle sue manifestazioni.

A volte la centralità è vicina alla danza o alla ritualità, anche in chiave provocatoria, altre volte coinvolge la sonorità, che spesso non esclude il testo.

In ogni modo, il corpo espressivo si orienta verso due costanti indirizzi: uno freddo, in senso concettuale, l’altro estremamente caldo, in un’ottica che vuole valutare il messaggio della performance non solo esteticamente, ma cercando di misurare la sua energia poetica anche in senso esistenziale.

Compito del performer è, infatti, quello di convogliare l’energia che giunge dall’esterno all’interno della performance stessa.

In un certo senso, la performance art rappresenta il desiderio di far rivivere nell’azione un qualcosa che esiste già all’esterno dello spazio-tempo deputato; si tratta di fondere energie interne ed esterne, creando una ricucitura tra gli elementi.

Nicola Frangione

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